Simbologia dei nomi: Giulio

nomi e parole

Nomen omen, dicevano i Romani, ovvero “un nome, un destino”. Dal punto di vista simbolico, l’associazione tra nome e percorso di vita individuale è transculturale. Nel panorama filosofico cinese, il nome è associato al “mandato”, ovvero a ciò che il Cielo o Shen Universale riflette nella vita individuale di colui che porta quel nome. In effetti noi stessi diciamo che il nome “si porta”, è qualcosa che traghetta l’uomo dalla nascita fino alla morte. L’assegnazione di un nome al neonato è stato spesso associato all’uso di rituali, veniva deciso dal padre e quindi è collegato alla realizzazione di un percorso che segue le generazioni.

Nella Qabbalah ebraica la comprensione del nome divino è associata alla comprensione di Tutto, il tetragramma del nome divino nasconde la Verità. Ogni nome, per estensione, è simbolo di una storia che viene vissuta nel mondo reale. Ogni vita, pertanto, è una narrazione che riflette il senso del nome che viene portato. Come in tutte le narrazioni, alcune sono più interessanti e esemplari di altre, ovvero assurgono a veri e propri “miti”. Pensiamo alle vite dei Santi cristiani, che ricordiamo solo in base al loro nome (mai al cognome): esse spesso rappresentano una leggenda, o meglio un mito, al pari dei miti greci e latini, che esemplificano un percorso di vita.

La parola “nome” è etimologicamente associata alla parola “gnosi” (per la radice gno), ossia conoscenza. D’altra parte, dice la Bibbia: “All’inizio fu il Verbo”, ovvero la parola è creazione.

Sulla base di queste e altre considerazioni si può avviare uno studio abbastanza approfondito sul significato di ogni nome, lavoro a cui mi sto dedicando per quanto possibile. Oggi condivido con voi l’interpretazione simbolica del nome:

 

GIULIO / GIULIA

Si dice che il nome possa trarre origine dalla parola greca Julé ossia bosco e significare “del bosco”; infatti il secondo nome del figlio di Enea era Silvio ossia “della selva”, quindi “del bosco o della foresta”.

Al di là della leggenda probabilmente il nome trae origine dalla forma arcaica Iovilios che significa “sacro a Giove” (Iovis). Secondo altre interpretazioni potrebbe derivare dal greco Joulus e in questo caso significherebbe ” lanuginoso, con barba incipiente “.

Inoltre Iulus è figlio di Enea, eroe nato da Venus, Afrodite. E’ un nome legato indirettamente a Venere, divinità provvida di doni. In accadico, ricorda la base ulû che vuol dire “abbondanza, fertilità”.

Simbolicamente l’indice (il dito di Giove) è collegato alla cistifellea, vescica biliare, che in medicina cinese fa parte del legno, collegato all’idea di gioventù, della “giovane piantina in via di sviluppo”. Come curiosità, le piccole (giovani) talee di vite sono dette “barbatelle”.

Giove corrisponde anche alla settima sephirot, hesed, la misericordia, che è anche gedullah, la grandezza: essa corrisponde originariamente, ontologicamente al lato maschile, yang, alla luce, che per scoprirsi ha bisogno di farsi seme e discendere nell’ombra, nel femminile. Quando si passa dal divino all’umano, diventa sinistra, femminile, ombra: la grandezza si trasforma in vanità.

CENNI STORICI riguardo a figure venerate nella tradizione cristiano-cattolica:

Beato Giulio monaco di Montevergine: Giulio nacque nel XVI secolo a Nardò (Lecce) da nobile famiglia, la quale secondo le consuetudini del casato, lo fece educare nelle lettere e nelle scienze con l’aggiunta della musica, a cui il giovanetto era particolarmente inclinato. Costruì un eremo e una chiesa e divenne molto noto tra i fedeli, tanto che si prospettava la possibilità che diventasse Superiore; allora per ritornare nel nascondimento e sconosciuto a tutti, lasciò l’eremo e andò a bussare all’abbazia di Montevergine, non tanto lontana. Qui visse all’ombra della Madonna, prodigandosi con zelo instancabile per il decoro del Santuario e per il culto della Madre Celeste, soprattutto come organista.

Nel 1621 quando si volle rifare il pavimento della Cappella in cui era sepolto, si narra che il suo corpo fu trovato intatto, con la pelle fresca e gli arti ancora mobili.

SIMBOLOGIA:

Il nome è collegato da un lato a ciò che è giovane, incipiente, dall’altro alla grandezza, all’abbondanza. C’è una dialettica tra l’idea della piantina giovane, in via di sviluppo, e il bosco frondoso, ampio, in cui gli alberi tendono alla luce e allo stesso tempo producono una ampia ombra sotto di sé, nascondendo alla vista ciò che il bosco contiene. Particolarmente rappresentativa è la vita del Beato Giulio, dove da un lato si ricorda l’ “eterna gioventù”, attraverso il miracolo post-mortem e dall’altro il legame con il femminino e con ciò che è “nascosto”.

La prova da affrontare per il proprio mandato, in questo caso, può essere legata a:

–          Non invecchiare, ovvero non fissarsi nei medesimi atteggiamenti e lasciar morire la propria elasticità. Sapersi rinnovare. Restare “sempreverdi”

–          Non tendere alla grandezza per mezzo di “grandi ombre”: l’oscurità dev’essere intesa come luogo di ritiro e di introspezione, non come metodo da adottare nel rapporto con gli altri, come mezzo per raggiungere la fama o la notorietà.

Personaggi famosi:

Giulio Cesare, della gens Iulia, cruciale nel passaggio dalla repubblica di Roma all’impero. A lui associamo anche la corona di alloro, pianta sempreverde associata simbolicamente al concetto di eternità

Giulio Andreotti, personaggio incredibilmente influente nella politica, italiana, longevo e circondato da molte ombre e misteri mai rivelati.

 

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